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Sono gli ultimi giorni di agosto, la luce estiva prende tonalità più fredde, e invade il viale che separa Clubhouse dall’Agriostello delle Langhe, illuminando di un intenso ocra i volti e le vigne circostanti. In questo paesaggio pittorico “en plein air” hanno vissuto per cinque giorni il poeta e street artist Ivan Tresoldi e gli artisti del suo collettivo, a stretto contatto con i ragazzi della Comunità e con il personale Interactive.
Il progetto artistico, frutto di un dono di Makers Factory, era quello di riempire il muro di contenimento in cemento armato con un murales, concepito dalla fantasia e dall’ispirazione dei ragazzi e delle ragazze di Clubhouse, che hanno partecipato a una giornata di workshop dedicato alla produzione artistica applicata alla street art.
Nei giorni successivi, gli artisti hanno preso colori e pennelli con l’intento di imprimere sul muro gli elementi principali della loro vita in Comunità: dalle persone che incontrano nel quotidiano, alle opere di Giacomo Martinetti, passando per le colline e le vigne dell’Alta Langa. Luoghi e personaggi raffigurati sono tenuti insieme dall’abbraccio materno e affettuoso di una figura femminile che riposa sul dorso delle colline di Farigliano.
Il resto dell’opera è riempito dalla caratteristica scrittura di Ivan Tresoldi, che nasce dai caratteri medievali “Volkschrift“, primo esempio di scrittura impiegata dal popolo e non solo, come avveniva all’epoca, dalle classi erudite. A un occhio attento, non potranno sfuggire alcune parole, scelte assieme agli ospiti della comunità, quali “sole” e “sociale”, “salute”, “crescere”, “mestieri” e “poesia” dalle quali si staglia in rilievo la parola “Futuro“, a simboleggiare la possibilità di credere nel domani, <<un modo per avere una seconda possibilità>> come ricorda Laura, che ha contribuito molto al progetto.
<<Eravamo tutti alla pari su questo muro, è stato un momento di condivisione, una delle cose più belle per il benessere personale>> riflette l’artista emi.artes, rievocando il lavoro fatto con gli ospiti della comunità, ora più che mai intenzionati a replicare l’esperienza attivando laboratori interni di pittura murale grazie al bagaglio di conoscenze accumulate
<<L’arte è quella scintilla che ci porta fuori dal conforme, è insieme la malattia e la cura>> chiosa Ivan Tresoldi, e crediamo che in questa frase sia racchiuso molto del senso di questa esperienza, un inno alla vita, alla guarigione, al futuro.